Una serie di estati torride stanno costringendo le città di tutta Europa a trovare modi più intelligenti per gestire le proprie risorse. Questo è sicuramente il caso di Barcellona, dove la siccità ha spinto a reinventare completamente i servizi urbani.
Naturalmente Colombo non raggiunse mai l’Asia, ma scoprì l’America (non che si possa indovinare dalla statua, che per motivi a noi ignoti punta in direzione della Libia e non degli Stati Uniti). Senso dell’orientamento a parte, questa città ha un obiettivo chiaro: vuole guardare al futuro. Consideriamo ad esempio la sua risposta alla recessione degli anni ’80: l’industria manifatturiera tradizionale di Barcellona era prossima al collasso, la disoccupazione era diffusa e occorrevano dei cambiamenti radicali.
Aggiungiamo a questo il fatto che cinque anni prima era morto Francisco Franco, il dittatore fascista che aveva governato per quasi quarant’anni, ed era chiaro che si presentava un’opportunità straordinaria per riformare radicalmente il panorama politico, economico e sociale del Paese. Sfruttando la sua posizione di polo industriale, le autorità di Barcellona hanno colto l’occasione per trasformare la città, convinte fin dall’inizio che la competenza tecnologica e il design innovativo fossero vitali per la sua rinascita economica e culturale.
Un anno più tardi fu inaugurato un desalinatore, il più grande d’Europa, [1] che avrebbe alleviato le carenze idriche croniche fornendo il 20% dell’acqua potabile della regione. Parallelamente, tuttavia, si stavano sviluppando anche soluzioni tecnologiche per gestire più efficacemente non solo l’approvvigionamento idrico, ma anche la gestione dei rifiuti e delle risorse energetiche. Qui l’infrastruttura costruita per ospitare le Olimpiadi di Barcellona del 1992 si è rivelata determinante.
In vista dei Giochi furono posati infatti 500 chilometri di cavi in fibra ottica [2], che ha garantito la connessione a Internet in tutti gli angoli della città e che è stata decisiva per la sua trasformazione. È stata questa piattaforma che ha permesso dapprima di erogare, quindi di monitorare, misurare e migliorare i servizi urbani. Utilizzando sensori e strumenti analitici collegati all’Internet degli oggetti (IoT), funzionari pubblici, cittadini e imprese hanno potuto prendere decisioni informate sulla gestione delle risorse.
Smart city
Per sostenere ulteriormente questo sforzo di rinnovamento, l’amministrazione comunale ha deciso di convertire il distretto tessile cittadino, ormai dismesso, in un polo tecnologico chiamato @22, che ora ospita decine di start-up. Qui la sinergia tra istituzioni pubbliche, imprese private e i cittadini ha consentito di promuovere nuove applicazioni per il programma di IoT. Ad esempio, oggi la città è dotata di sensori speciali che misurano il grado di riempimento dei cassonetti di rifiuti, permettendo di svuotarli solo quando sono pieni. I sensori installati nei parcheggi segnalano agli automobilisti, tramite un’app telefonica, la presenza di spazi vuoti, evitando loro inutili ricerche.
Per quanto riguarda le risorse idriche, è ora possibile prevedere con precisione il deflusso delle acque piovane, in modo da aumentare l’efficienza, migliorare la conservazione e ridurre il rischio di siccità. Anziché di forconi e cesoie, i custodi e i giardinieri dei parchi cittadini sono dotati di tablet. Questo nuovo strumento di lavoro permette loro di accedere a un sistema digitale di gestione dell’irrigazione progettato per ottimizzare il consumo idrico.
Il sistema fornisce dati in tempo reale su umidità, temperatura, velocità del vento, luce naturale e pressione atmosferica, in modo che i giardinieri possano valutare le necessità delle piante sulla base di questi dati e adattare i programmi di irrigazione per evitare lo spreco di acqua. Grazie a queste innovazioni, la bolletta comunale dell’acqua si è ridotta di quasi il 25%. [3] Benvenuti nella Smart City.
Pronta per il futuro
Secondo le Nazioni Unite, entro la fine del secolo l’84% circa della popolazione mondiale vivrà in aree urbane; per questa ragione il modello di Barcellona sta richiamando l’attenzione internazionale. L’afflusso di persone verso le città crea pressioni sulle infrastrutture e sulle risorse esistenti, ma anziché vedere questo fenomeno sotto una luce negativa, gli amministratori più lungimiranti lo considerano un’opportunità. Le Smart City rappresentano infatti uno dei settori che vanta un tasso di crescita maggiore e che, entro il 2024, dovrebbe generare oltre 2.300 miliardi di dollari. [4]
Considerando che una città ha bisogno di servizi quali quelli energetici, tecnologici, infrastrutturali, dei trasporti e dei servizi sanitari, per citarne solo alcuni, il potenziale per un investimento trasformativo è enorme. Ma naturalmente i vantaggi non sono solo economici, perché città più efficienti saranno non soltanto luoghi migliori in cui vivere, lavorare, mettere su famiglia e condurre la propria esistenza, ma contribuiranno anche a rendere le società più sostenibili, riducendo l’impatto negativo della nostra presenza sul pianeta.
Guarda la nostra serie di mini-documentari per scoprire come politici e start-up hanno lavorato fianco a fianco per superare la crisi di Barcellona plasmando una città già pronta per il futuro.
Pronta per il futuro
Secondo le Nazioni Unite, entro la fine del secolo l’84% circa della popolazione mondiale vivrà in aree urbane; per questa ragione il modello di Barcellona sta richiamando l’attenzione internazionale. L’afflusso di persone verso le città crea pressioni sulle infrastrutture e sulle risorse esistenti, ma anziché vedere questo fenomeno sotto una luce negativa, gli amministratori più lungimiranti lo considerano un’opportunità. Le Smart City rappresentano infatti uno dei settori che vanta un tasso di crescita maggiore e che, entro il 2024, dovrebbe generare oltre 2.300 miliardi di dollari. [4]
Considerando che una città ha bisogno di servizi quali quelli energetici, tecnologici, infrastrutturali, dei trasporti e dei servizi sanitari, per citarne solo alcuni, il potenziale per un investimento trasformativo è enorme. Ma naturalmente i vantaggi non sono solo economici, perché città più efficienti saranno non soltanto luoghi migliori in cui vivere, lavorare, mettere su famiglia e condurre la propria esistenza, ma contribuiranno anche a rendere le società più sostenibili, riducendo l’impatto negativo della nostra presenza sul pianeta.
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