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Storie di sostenibilità

Come il Regno Unito sta diventando una potenza delle energie rinnovabili

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Una classifica deludente nell’uso delle energie rinnovabili ha spinto la City a Londra a darsi una regolata, adottando una nuova e coraggiosa strategia energetica che sta ispirando gli imprenditori e reinventando interi settori produttivi.

Se il tema della sostenibilità riesce a far breccia nella City a Londra, significa che è sicuramente in atto un cambiamento di mentalità nella capitale britannica. Dopo i risultati deludenti di un’indagine volta a identificare le città più attive nello sfruttare il proprio potenziale nel campo dell’energia rinnovabile (Londra è arrivata ultima), una coalizione dei principali gruppi ambientalisti del Regno Unito ha esortato il sindaco entrante a impegnarsi alla realizzazione di una capitale più verde nel corso del suo mandato. Dopo tutto, con una popolazione di 8,8 milioni di abitanti e che sembra raggiungerà quasi i dieci milioni entro il 2030 [1], Londra ha urgente bisogno di soluzioni sostenibili che le consentano non solo di mantenere il suo status di metropoli globale, ma anche di rimanere tra i luoghi migliori sul pianeta in cui vivere e lavorare.

Non sfruttando l’energia da fonti rinnovabili, ha sostenuto la coalizione, la capitale britannica stava perdendo una grande occasione per diventare leader mondiale nella riduzione delle emissioni di CO2. Facendo proprio questo monito, la City of London Corporation, l’ente che amministra il distretto finanziario della capitale inglese, ha annunciato lo scorso giugno che entro il mese di ottobre – ad appena tre mesi di distanza dalla pubblicazione della dichiarazione – avrebbe utilizzato esclusivamente energia da fonti rinnovabili. Catherine McGuinness, presidente del comitato per le politiche e le risorse della City of London Corporation, ha affermato che, generando elettricità propria e investendo in fonti rinnovabili, la City avrebbe fatto la sua parte per contribuire al raggiungimento degli obiettivi energetici nazionali e internazionali.

“Questo è un grande passo avanti per la City Corporation, e dimostra tutto il nostro impegno dal punto di vista sociale e ambientale”, ha spiegato Catherine. Si tratta di una decisione coraggiosa da parte di un settore decisamente influente. Basti pensare che secondo l’ultima indagine sulle imprese e sull’occupazione, la Business Register and Employment Survey (2017), la City dà lavoro a 483.000 persone, pari all’1,6% di tutti gli occupati nel Regno Unito. [2] In altre parole, un lavoratore britannico su 63 lavora nella City.

Parlare di progresso rapido è senz’altro un eufemismo per descrivere la transizione di così tante persone verso forme sostenibili di energia in soli novanta giorni, soprattutto considerando che da quasi cinquant’anni i combustibili fossili rappresentano una quota consistente (60-70%) del mix energetico, non solo a Londra ma in tutto il mondo. Tuttavia, la società di consulenza londinese Bloomberg New Energy Finance (BNEF) ritiene che i quasi cinquant’anni di dominio dei combustibili fossili stiano ormai per finire. A suo avviso, il passaggio alle energie rinnovabili e alle batterie a basso costo trasformerà radicalmente i sistemi elettrici in tutto il mondo.

Calo dei combustibili fossili

Nel suo rapporto annuale, New Energy Outlook (NEO), BNEF valuta i fattori economici e i punti critici che influenzeranno il settore a livello globale fino al 2050. Le sue previsioni per il sistema elettrico nel Regno Unito, in particolare, sono a dir poco stupefacenti. BNEF stima che nei prossimi trent’anni il Regno Unito aggiungerà al mix energetico 158 GW di energia eolica e solare, oltre a 49 GW di energia prodotta da batterie. Se queste stime sono attendibili, le fonti rinnovabili dovrebbero fornire l’83% della produzione energetica nel Regno Unito entro il 2050. [3]

Anche il Dipartimento per la strategia imprenditoriale, energetica e industriale (BEIS) del Governo britannico ha fornito qualche dato. Nell’ambito del rapporto Energy Trends pubblicato lo scorso agosto ha illustrato l’attuale mix di produzione elettrica del Regno Unito. Nel primo trimestre del 2018 la quota delle energie rinnovabili ha toccato un record trimestrale del 30,1%, diventando così la seconda fonte di energia elettrica del Regno Unito dopo il gas, che si è fermato al 39,9%. [4] Complessivamente carbone e gas hanno contribuito per il 49,3% al mix elettrico nel Regno Unito, il che corrisponde a una riduzione del 2% del consumo di combustibili fossili rispetto all’anno precedente. Questo calo è dovuto in gran parte alle politiche governative, come le imposte che rendono la produzione di carbone sempre meno competitiva, insieme all’impegno di chiudere tutte le restanti centrali a carbone entro il 2025, una decisione che secondo le previsioni di BNEF ridurrà il ruolo dei combustibili fossili nella produzione elettrica al 12% entro il 2030.

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Per scoprire tutto quello che c’è da sapere sull’Investimento sostenibile, visita il sito web educativo di Robeco Essentials
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Calo dei combustibili fossili

Nel suo rapporto annuale, New Energy Outlook (NEO), BNEF valuta i fattori economici e i punti critici che influenzeranno il settore a livello globale fino al 2050. Le sue previsioni per il sistema elettrico nel Regno Unito, in particolare, sono a dir poco stupefacenti. BNEF stima che nei prossimi trent’anni il Regno Unito aggiungerà al mix energetico 158 GW di energia eolica e solare, oltre a 49 GW di energia prodotta da batterie. Se queste stime sono attendibili, le fonti rinnovabili dovrebbero fornire l’83% della produzione energetica nel Regno Unito entro il 2050. [3]

Anche il Dipartimento per la strategia imprenditoriale, energetica e industriale (BEIS) del Governo britannico ha fornito qualche dato. Nell’ambito del rapporto Energy Trends pubblicato lo scorso agosto ha illustrato l’attuale mix di produzione elettrica del Regno Unito. Nel primo trimestre del 2018 la quota delle energie rinnovabili ha toccato un record trimestrale del 30,1%, diventando così la seconda fonte di energia elettrica del Regno Unito dopo il gas, che si è fermato al 39,9%. [4] Complessivamente carbone e gas hanno contribuito per il 49,3% al mix elettrico nel Regno Unito, il che corrisponde a una riduzione del 2% del consumo di combustibili fossili rispetto all’anno precedente. Questo calo è dovuto in gran parte alle politiche governative, come le imposte che rendono la produzione di carbone sempre meno competitiva, insieme all’impegno di chiudere tutte le restanti centrali a carbone entro il 2025, una decisione che secondo le previsioni di BNEF ridurrà il ruolo dei combustibili fossili nella produzione elettrica al 12% entro il 2030.

Quote di produzione elettrica

Vento, sole e batterie

Parallelamente, gli investimenti in infrastrutture eoliche e solari off-shore ad alta capacità sono ben avviati e il Regno Unito ospita attualmente due dei più grandi parchi eolici del mondo. Nel settembre 2018, al largo della contea di Cumbria, nel nord-ovest dell’Inghilterra, è stato inaugurato Walney Extension, un parco eolico che copre un’area pari a 20.000 campi da calcio. Il nuovo parco supera per dimensioni l’attuale struttura operativa più grande del mondo, il London Array, che si trova sull’estuario del Tamigi. In occasione della sua inaugurazione, il ministro dell’energia del Regno Unito, Claire Perry, ha dichiarato: “Progetti ingegneristici rivoluzionari come questo enorme parco eolico off-shore ci aiutano a consolidare la nostra posizione di leadership a livello mondiale, a battere i record nella produzione di energia rinnovabile e a creare migliaia di posti di lavoro di qualità elevata.”

 

 

Il Regno Unito ospita sette dei più grandi parchi eolici off-shore al mondo

Parchi eolici off-shore per capacità, megawatt

Germania

Aggiungiamo a questa equazione lo sviluppo della tecnologia basata su batterie e presto potremo avere energia eolica e fotovoltaica anche quando il vento non soffia e il sole non splende. La combinazione di fonti rinnovabili e batterie crea la cosiddetta “dispatchable power”, consentendo essenzialmente di immagazzinare e rilasciare energia elettrica in base alla domanda in qualsiasi momento della giornata. Un’ulteriore diffusione di questo potente binomio è destinata a incoraggiare una maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili, sottraendo quote di mercato al carbone, al gas e al nucleare.

Un altro grande beneficiario del processo di abbandono dei combustibili fossili sono le auto elettriche, il cui successo dipende dalla sostanziale espansione della supply chain delle batterie. Ciò richiede naturalmente che vengano fatti gli investimenti necessari a raggiungere la massa critica, ma se i progressi compiuti finora sono un segnale di ciò che ci aspetta, è verosimile che i temi della sostenibilità siano destinati a giocare un ruolo sempre più rilevante nelle decisioni degli investitori di tutto il mondo. Una società all’avanguardia nell’innovazione della tecnologia a base di batterie nel Regno Unito è la start-up londinese PowerVault.
Guarda il nostro mini documentario per scoprire come il suo fondatore e amministratore delegato Joe Warren è impegnato a promuovere, insieme al suo team, una rivoluzione nel campo delle rinnovabili, e l’impatto che questo processo avrà sul mix energetico del Regno Unito.

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Germania

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Un altro grande beneficiario del processo di abbandono dei combustibili fossili sono le auto elettriche, il cui successo dipende dalla sostanziale espansione della supply chain delle batterie. Ciò richiede naturalmente che vengano fatti gli investimenti necessari a raggiungere la massa critica, ma se i progressi compiuti finora sono un segnale di ciò che ci aspetta, è verosimile che i temi della sostenibilità siano destinati a giocare un ruolo sempre più rilevante nelle decisioni degli investitori di tutto il mondo. Una società all’avanguardia nell’innovazione della tecnologia a base di batterie nel Regno Unito è la start-up londinese PowerVault.
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